Caregiver familiari in Italia: le misure di sostegno attuali e future

foto di una ragazza che fornisce assistenza ad una donna anziana

Prendersi cura di chi si ama è un istinto naturale di ognuno di noi. Lo fanno i genitori con i loro bambini, i fratelli più grandi nei confronti dei più piccoli, le coppie. Ma cosa succede se un proprio caro si ammala o se un bimbo nasce con una disabilità? Oppure, ancor più banalmente, cosa accade quando una persona invecchia e ha bisogno di aiuto? Entrano quasi sempre in campo i caregiver familiari, ovvero congiunti che -per scelta o, più sovente, per necessità- decidono di fornire assistenza ai più fragili. Quello del caregiver è un ruolo con un’immensa valenza sociale, ma purtroppo dai pochissimi riconoscimenti. Su tutti i fronti: economici, psicologici, di legge, di sostegno. Ancora oggi, troppo spesso il caregiver familiare è lasciato solo.

Chi è il caregiver? 

Il ruolo del caregiver familiare è essenziale nel supporto quotidiano di persone anziane, disabili o malate croniche. In Italia questo impegno è svolto senza alcuna retribuzione o tutela, sebbene la legislazione stia evolvendo per fornire maggiore supporto, agevolazioni e protezione a chi si dedica agli altri.

L’urgenza di normare questa specifica figura è data dai grandi numeri. In base ai dati Istat del 2019, 01 il totale dei caregiver familiari che ha fornito cure e assistenza almeno una volta alla settimana a membri della propria famiglia ammonta, complessivamente, a oltre 7 milioni di persone. Si tratta soprattutto di donne, che rappresentano circa il 60% dei caregiver familiari italiani. Quasi sempre sono le donne che si vedono costrette a sacrificare o abbandonare il proprio lavoro per riuscire ad adempiere ai loro compiti assistenziali.

Un primo riconoscimento

In Italia la normativa sui caregiver familiari è piuttosto frammentaria e non esiste una legge organica che disciplini in modo specifico questa figura. Esistono degli esempi virtuosi -come il caso dell’Emilia Romagna e più di recente del Lazio- in cui sono state approvate leggi regionali in merito, ma a livello nazionale ancora non c’è una norma univoca. Tuttavia, negli ultimi anni qualche passo in avanti è stato compiuto.

Per la prima volta, la Legge di Bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, Legge n. 205 del 2017) 02 ha riconosciuto il profilo del caregiver e lo ha delineato normativamente. Al comma 255 della legge viene definito come “persona che assiste e si prende cura di specifici soggetti”.

Più nel dettaglio, questa norma definisce il caregiver familiare come “la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della Legge 76/2016 di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, in presenza di un handicap grave, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata, o sia titolare di indennità di accompagnamento”.

Quali aiuti per i caregiver?

Sebbene al momento nel nostro Paese manchi una legge specifica -e molte proposte siano ancora ferme ai tavoli della politica- qualche strumento a favore dei caregiver c'è.

  1. Legge 104/1992 03: è fondamentale per il sostegno ai disabili e include anche disposizioni per i familiari che se ne prendono cura. In particolare, prevede permessi retribuiti di tre giorni al mese per i lavoratori dipendenti che assistono parenti con gravi disabilità. Chi assiste una persona malata, inoltre, può scegliere di lavorare presso la sede lavorativa più vicina al proprio domicilio.
  2. Congedo straordinario retribuito04 introdotto dal Decreto Legislativo 151/2001 e modificato successivamente, questo congedo consente ai lavoratori di prendere fino a due anni di assenza dal lavoro per assistere un familiare con disabilità grave, mantenendo il posto di lavoro e percependo un’indennità.
  3. Ape sociale05 è lo scivolo pensionistico che accompagna il lavoratore all’età per la pensione di vecchiaia (67 anni, fino al 31 dicembre 2024). Il prepensionamento è accessibile ai caregiver che da almeno 6 mesi al momento della domanda assistono un parente con disabilità grave.
  4. Bonus caregiver06 è un contributo economico che viene erogato direttamente al caregiver. Si tratta di un fondo (25.807.485 euro per l’anno 2023) che viene ripartito fra le Regioni, che devono poi destinare le risorse economiche ai vari territori per interventi finalizzati al sollievo e sostegno dei caregiver familiari. Per ottenere il bonus, i cittadini devono presentare domanda quando il Comune di appartenenza pubblica l’apposito bando.

La questione dei fondi destinati ai caregiver familiari

Una delle questioni più complesse e discusse riguarda i fondi destinati ai caregiver familiari in Italia07 Un fondo specifico, con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020 era stato creato con la Legge di Bilancio del 2018. Questo fondo è stato poi incrementato di 5 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021, destinati a sostenere interventi legislativi volti a riconoscere il valore sociale ed economico del lavoro svolto dai caregiver familiari.

La Legge di Bilancio 2021 ha istituito un nuovo fondo, dotato di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, per supportare ulteriormente i caregiver. Tuttavia, la Legge di Bilancio 2024 lo ha sostituito con un Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità, che include, tra le finalità, anche quella di interventi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare.

Una nuova proposta di legge

All’inizio del 2024 è stata presentata una proposta di Legge08 a firma dell’onorevole Ilenia Malavasi, volta a riconoscere e valorizzare il ruolo del caregiver familiare. È attualmente affidata alla XII Commissione Affari Sociali perché ne avvii l’iter di analisi e presentazione all’Aula. 

La proposta di legge introduce una serie di interventi sia assistenziali, sia economici. Tra le principali misure previste, vi sono:

  1. Interventi assistenziali ed economici: fornire supporto finanziario e servizi specifici per alleviare il carico assistenziale sui caregiver, anche con consulenza psicologica.
  2. Copertura dei contributi previdenziali: garantire la copertura dei contributi previdenziali per un periodo adeguato, riconoscendo così il lavoro di cura come attività lavorativa a tutti gli effetti.
  3. Flessibilità oraria sul lavoro: promuovere misure di flessibilità oraria sul lavoro, come il telelavoro e orari ridotti, per consentire ai caregiver di conciliare meglio le responsabilità lavorative con quelle di cura.

La figura del caregiver nel Pnrr

Il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) considera le questioni riguardanti la figura del caregiver in base ad alcuni obiettivi. Tra questi, l’assistenza domiciliare, in particolare “il modello organizzativo per l’implementazione dei diversi servizi di telemedicina nel setting domiciliare” e una serie di interventi finalizzati a un “progetto assistenziale individualizzato” destinato alle persone anziane.

In Conclusione

Il riconoscimento e il supporto ai caregiver familiari in Italia sono questioni cruciali che richiedono un intervento legislativo organico e coordinato. Sebbene la normativa vigente offra alcune tutele, c’è ancora molto da fare per garantire che queste persone ricevano il giusto riconoscimento e supporto per il loro prezioso lavoro. Le proposte di legge in discussione rappresentano un passo avanti importante, ma sarà necessario un impegno continuo da parte delle istituzioni per trasformare queste proposte in realtà concrete ed efficaci


Fonti: