Una diagnosi di diabete ha ripercussioni sulla vita del malato, ma anche su chi si prende cura di lui. Ecco qualche consiglio per sentirsi meno soli.
La diagnosi di diabete rappresenta spesso uno scossone non soltanto per il paziente, ma per tutta la famiglia ed è comprensibile sentirsi sopraffatti dai dubbi e dai timori: genitori che devono venire a patti con la malattia dei loro figli, o figli che, ricevuta la diagnosi per i genitori, si trovano catapultati nel nuovo ruolo di caregiver. Eppure, come per la maggior parte delle patologie, il diabete, sia esso di tipo 1 o tipo 2, si gestisce meglio in squadra. Se ben trattato e curato, infatti, il diabete è una condizione che consente di condurre una vita piena e attiva, a patto di rispettare sempre le indicazioni dei medici.
Ad oggi, in Italia i pazienti diabetici sono almeno 4 milioni (dati Istat) e i casi sono in costante aumento. Sono in particolare le nuove diagnosi su bambini e ragazzi a gettare nello sgomento le famiglie: il diabete è una patologia che si controlla, ma dalla quale al momento non si guarisce.
Chiunque si ritrovi a doversi occupare di una persona con delle nuove esigenze deve comunque sapere di non essere solo. Ormai l’approccio alla malattia è di altissimo livello assistenziale e terapeutico. Quasi tutti gli ospedali seguono protocolli condivisi e, oltre a fornire cure d’eccellenza, mettono a disposizione corsi per imparare a gestire la condizione nel miglior modo possibile.
Molte sono, inoltre, le associazioni che offrono una rete di sostegno ai malati e ai caregiver, preziosa sia sotto il profilo pratico, sia psicologico: una migliore informazione su procedure, dieta e terapie allontana preoccupazioni e stress nel paziente e in chi se ne prende cura. La consapevolezza e la conoscenza della malattia sono, quindi, fondamentali per la corretta gestione della persona con diabete.
Specie se si ha a che fare con bambini o persone anziane, che hanno bisogno di assistenza e non possono gestire la malattia in totale autonomia, è importante che i caregiver prestino particolare attenzione ad alcuni aspetti della vita quotidiana.
Nel tempo diventa routine, ma all’inizio bisogna “prendere la mano” con alcuni appuntamenti quotidiani, come il controllo della glicemia (oggi più facile attraverso i dispositivi di ultima generazione), l’esame periodico della pelle e in particolare dei piedi, il rispetto della corretta igiene orale e, ovviamente la gestione delle terapie farmacologiche.
Una persona con diabete dovrebbe seguire uno stile di vita sano, ed è fondamentale che questo sia rispettato anche da chi le sta accanto. Sì, quindi, a dieta bilanciata e su misura di movimento. L’attività fisica è, infatti, utilissima prevenire potenziali conseguenze del diabete e fa bene a tutta la famiglia.
Affrontare il problema nel modo giusto, con serietà, ma senza trasformarsi nel “poliziotto”, consente al caregiver di vivere e far vivere la condizione del proprio caro con più serenità. Altrettanto importante per chi si prende cura di un’altra persona è non dimenticarsi di prendersi cura anche di sé stesso, sia fisicamente, sia psicologicamente.