Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori

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La Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori è un ospedale pubblico milanese dedicato esclusivamente alla cura del cancro, sia dal punto di vista clinico che nell’ambito della ricerca. Ad oggi rappresenta il più grande centro oncologico in Lombardia, oltre ad essere la sede dell’ufficio di coordinamento della Rete oncologica lombarda.

L’istituto svolge un servizio pubblico caratterizzato da un elevato livello di attività diagnostico terapeutiche e di ricerca, il tutto sempre guidato da principi fondamentali e imprescindibili: il rispetto della dignità dell’essere umano e la tutela del paziente e del suo diritto a ricevere l’assistenza e le cure mediche più appropriate.

Il filo di Arianna

Il progetto nasce per soddisfare i bisogni delle donne che convivono con un tumore al seno in fase metastatica, presenti all’interno della attività clinica dell’Unità Operativa della struttura.

La fase metastatica della malattia oncologica, simbolicamente rappresentata come l’ingresso in un labirinto e da cui prende il nome del progetto, è caratterizzata non soltanto dalla necessità di trovare la cura opportuna, ma soprattutto di essere accompagnati all’interno un percorso di conoscenza, confronto e scambio. Ecco perché è importante cercare di mettere in campo tutte le risorse che sono necessarie per raggiungere e mantenere il miglior benessere possibile.

In particolare, il progetto si occupa di dare una risposta a quattro bisogni essenziali per le pazienti:

  • Informazioni e trattamenti personalizzati;
  • Sostegno psicologico da parte del personale qualificato;
  • Confronto con donne che vivono la stessa situazione;
  • Assistenza nelle pratiche burocratiche legate alla malattia e nell’organizzazione del quotidiano.

Il progetto si avvale anche dell’utilizzo di Internet per l’attuazione dell’intero percorso psicoeducazionale, abbattendo le difficoltà fisiche ed organizzative legate allo spostamento delle pazienti.

L’approccio via web è stato ampiamente utilizzato all’interno della Unità di Psicologia a causa della la pandemia provocata dal Covid-19 e le relative restrizioni, permettendo così il mantenimento delle prestazioni di supporto ai malati e ai familiari e rappresentando una valida ed efficace alternativa alla attività in presenza.