La cardiopatia ipertensiva è una malattia del cuore che si manifesta quando la pressione del sangue resta per anni più elevata della norma (ipertensione). In caso di ipertensione, infatti, il cuore è sottoposto a uno sforzo maggiore e questo, a lungo andare, ne altera la struttura e il funzionamento. Queste alterazioni possono avere una serie di conseguenze negative sulla salute delle persone che le manifestano, con un aumento del rischio di morte e di altre malattie cardiovascolari.01
Non esistono dati precisi sulla diffusione della cardiopatia ipertensiva in Italia, ma per rendersi conto dell’enorme diffusione della patologia basta fare due calcoli. Infatti, oggi sappiamo che il 36% delle persone ipertese presenta segni di alterazioni cardiache*06 e che nel nostro Paese gli ipertesi sono più di 18 milioni (il 31% dell’intera popolazione)07: ciò significa che gli italiani affetti da cardiopatia ipertensiva sono oltre 6 milioni e mezzo.
*Ipertrofia del ventricolo sinistro.
In caso di ipertensione, l’aumento dello sforzo richiesto al cuore interessa il ventricolo sinistro, la cavità dell’organo che, contraendosi, ha il compito di spingere il sangue ossigenato all’interno dei vasi sanguigni.02 Nel tentativo di contrastare l’ipertensione, le pareti muscolari del ventricolo sinistro si inspessiscono dando origine alla cosiddetta ipertrofia ventricolare.02
A lungo andare, però, questo meccanismo compensatorio non basta più: l’aumento della muscolatura del ventricolo sinistro, infatti, va di pari passo con l’aumento delle fibre presenti nella sua parete. Questo rende il ventricolo meno elastico e meno efficiente. 02
Inoltre, un ventricolo ingrandito ha anche bisogno di maggiore afflusso di sangue per essere ossigenato e nutrito; questo può diventare un problema, specialmente in caso di sforzi, durante i quali il ventricolo va in sofferenza e può subire ulteriori danni.02
Col tempo i danni possono estendersi anche ad altre parti del cuore, come l’atrio sinistro, e alle arterie coronariche.01
Se non trattata in modo adeguato, la cardiopatia ipertensiva può causare una serie di patologie che interessano il cuore e possono essere molto pericolose.
La più importante di tutte è lo scompenso cardiaco o insufficienza cardiaca, una malattia nella quale il cuore non è più in grado di funzionare efficacemente come pompa per il sangue. L’ipertensione non è l’unica causa di scompenso cardiaco, ma è di sicuro la più importante. Si calcola, infatti, che la pressione alta sia all’origine del 40-60% dei casi della malattia.03
L’aumento delle dimensioni del cuore che si osserva in caso di cardiopatia ipertensiva può determinare una cardiopatia ischemica. Di solito questa malattia è causata dall’aterosclerosi, che provoca il restringimento delle arterie che portano sangue al cuore, riducendo così l’ossigenazione di questo organo ed esponendolo al rischio di angina pectoris o di infarto miocardico. Nel caso della cardiopatia ipertensiva, invece, la riduzione dell’ossigenazione del cuore è dovuta al fatto che questo organo diventa così grande da richiedere quantità di ossigeno che le arterie non sono più in grado di fornirgli.01
Infine, i cambiamenti strutturali che avvengono nelle pareti del cuore in caso di cardiopatia ipertensiva possono alterare le fibre nervose che regolano il ritmo delle pulsazioni. Questo favorisce l’insorgenza di aritmie, ovvero di alterazioni del ritmo cardiaco, come la fibrillazione atriale, che può portare all’ictus ischemico.01
La cardiopatia ipertensiva resta asintomatica per molti anni. I sintomi compaiono nelle fasi avanzate della malattia, quando sono già presenti scompenso cardiaco, cardiopatia ischemica o aritmie. I sintomi più comuni sono:01
Per non rischiare di diventare sintomatici è importante tenere sempre sotto controllo la propria pressione sanguigna, facendosela misurare dal proprio medico o in farmacia. Si tratta di un esame molto semplice, non invasivo, e che richiede solo pochi minuti.
In caso di pressione alta, il medico potrebbe decidere di effettuare accertamenti mirati a valutare lo stato di salute del cuore, per scoprire se è presente una cardiopatia ipertensiva.
Le linee guida della Società Europea di Cardiologia suggeriscono di effettuare un elettrocardiogramma (ECG) e un’ecografia cardiaca.04
Per prevenire la cardiopatia ipertensiva bisogna adottare strategie per mantenere la pressione del sangue nella norma. Per ottenere questo risultato bisogna agire sui fattori di rischio dell’ipertensione adottando uno stile di vita più sano. Quando questo approccio non funziona del tutto, i medici hanno a disposizione numerosi tipi di farmaci per curare l’ipertensione. È importante assumerli con regolarità e sottoporsi periodicamente alla misurazione della pressione del sangue, per controllare se la terapia sta funzionando.
Se la cardiopatia ipertensiva è già presente, vengono comunque prescritti farmaci per la riduzione della pressione arteriosa. È stato dimostrato, infatti, che il trattamento con questi medicinali (almeno nei casi meno gravi) può far regredire la malattia, riportando il ventricolo sinistro a dimensioni normali. I farmaci più utilizzati per la cardiopatia ipertensiva sono gli ACE-inibitori, i calcio-antagonisti e gli antagonisti del recettore AT1 dell’angiotensina 2.05
Bibliografia
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