L’ipertrigliceridemia è la presenza di livelli elevati di trigliceridi nel sangue. Si tratta di una condizione medica molto comune che non va trascurata perché aumenta il rischio di sviluppare pericolose malattie del cuore e dei vasi sanguigni.01
Esistono diverse tipologie di ipertrigliceridemia, che si differenziano tra loro principalmente sulla base delle cause della loro insorgenza.
L’ipertrigliceridemia si sviluppa quasi sempre a causa di uno stile di vita poco salutare.
Una dieta ricca di carboidrati (pasta, pane, zuccheri), di grassi animali (grassi saturi) e il consumo regolare di pasti troppo abbondanti portano, nel tempo, all’aumento dei trigliceridi nel sangue. Anche un consumo eccessivo di alcol facilita l’insorgenza dell’ipertrigliceridemia.
Non bisogna trascurare, poi, la sedentarietà, che unita a una dieta ipercalorica, è tra le principali cause dell’aumento dei trigliceridi nel sangue.01
Nel 5-10% dei casi i trigliceridi alti sono una conseguenza di altre malattie, per esempio di patologie del fegato (la steatosi epatica non alcolica, detta “fegato grasso”), dei reni (sindrome nefrosica e insufficienza renale) ed endocrine (ipotiroidismo, sindrome di Cushing, acromegalia, iperprolattinemia e sindrome dell’ovaio policistico).02
Nei 9 mesi di gravidanza i trigliceridi possono aumentare costantemente, fino a raggiungere livelli 3 volte più elevati della norma. Questo succede perché, durante la gestazione, l’organismo della madre cambia il modo in cui metabolizza i grassi, in modo da garantire il corretto apporto di energia al feto.02
Sono numerosi i farmaci che, come effetto collaterale, aumentano i trigliceridi, specie in persone predisposte. I più importanti tra questi sono i cortisonici, alcuni farmaci antipertensivi (diuretici e betabloccanti), gli estrogeni (solo se assunti per via orale) e gli antipsicotici.01 02
L’ipertrigliceridemia può essere provocata da errori (mutazioni) presenti in geni specifici coinvolti nel metabolismo dei grassi; queste forme di ipertrigliceridemia sono dette anche “familiari” perché le mutazioni vengono ereditate dai propri genitori. Esse si dividono in poligeniche, nelle quali i geni mutati sono più di uno, e monogeniche, nelle quali è mutato un solo gene. Le forme poligeniche sono quelle meno gravi e provocano un marcato aumento dei trigliceridi solo quando la persona portatrice presenta anche altri fattori di rischio. Quelle monogeniche, invece, causano un notevole aumento dei trigliceridi anche in persone con uno stile di vita del tutto sano.02
L’ipertrigliceridemia in genere non dà alcun sintomo e per questo può agire per anni indisturbata fino a provocare pericolose malattie cardiovascolari.
Fortunatamente, però, basta un semplice esame del sangue per individuarne la presenza. Secondo la Società Europea di Cardiologia (ESC) i livelli di trigliceridi del sangue al di sotto dei 150 mg/dl sono da considerare normali. Valori compresi tra i 150 e gli 880 mg/dl indicano la presenza di un’ipertrigliceridemia da lieve a moderata, mentre le forme gravi sono caratterizzate da valori superiori agli 880 mg/dl. 2
Nelle forme gravi di ipertrigliceridemia (quasi sempre di tipo familiare) possono manifestarsi anche una serie di sintomi che devono essere portati al più presto all’attenzione del proprio medico. I più comuni tra questi sono:02
Occorre prestare particolare attenzione ai dolori addominali: possono indicare la presenza di pancreatite acuta, un’infiammazione potenzialmente letale che rappresenta una delle conseguenze più pericolose dell’ipertrigliceridemia severa.0102
L’ipertrigliceridemia deve essere gestita in modo mirato in base alle cause e al livello di severità.
Nelle forme causate da altre malattie è indispensabile occuparsi innanzitutto di queste malattie, trattandole nel modo migliore possibile; di conseguenza scenderanno anche i livelli di trigliceridi.
Lo stesso si può dire delle forme causate da farmaci: quando possibile il nostro medico deciderà di interrompere la terapia con il medicinale responsabile e lo sostituirà con un altro senza questo effetto collaterale.
Se invece la causa principale dell’aumento dei trigliceridi è il nostro stile di vita, allora occorre agire adottando una dieta ipocalorica e più sana, riducendo notevolmente il consumo di bevande alcoliche e cominciando a praticare attività fisica con regolarità.
Nella maggior parte delle forme da lievi a moderate di ipertrigliceridemia uno stile di vita più salutare può essere sufficiente a riportare i trigliceridi nella norma. Per tutti i casi più gravi, invece, alle modifiche dello stile di vita il medico potrà affiancare una terapia farmacologica specifica, scegliendo uno dei numerosi medicinali efficaci nel contrastare l’ipertrigliceridemia.
Olivieri C, et al. L’Endocrinologo. 2022;23:182-188.
Hernandez P, et al. Curr Atheroscler Rep. 2021;23(11):72.